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AlicePasquini

Alice Pasquini
Italia
  • 2019-09-01 12:00
  • Roma

«Nel momento di dipingere è la forma del muro, la sua storia e il suo contesto a suggerirmi un determinato soggetto o l’uso di un colore in maniera istintiva. A volte le cose possono cambiare in corso d’opera. In strada non si sa mai cosa può succedere e infondo un muro non è una tela..»

di | Pierluigi Pantaleoni

Hai realizzato opere in tutto il mondo sia in italia che in Europa, da New York a Singapore passando per Melbourne, ti chiedo dove ti sei trovata più a tuo agio e come si pone il nostro paese rispetto agli altri.

Dipingo in un contesto e per un luogo specifico. In questo senso ogni opera, ogni muro, è strettamente legata all’ambiente circostante e non potrebbe esistere (allo stesso modo) altrove.

Negli ultimi dieci anni ho attraversato le città del mondo disegnandone la mia personale mappa. Così ogni luogo, per quanto differente per storia, cultura, colori è sempre stato un esperienza unica perché ci ho lasciato un pezzo di me. Comunque se devo scegliere un luogo per suggestione e affetto, oltre a Roma , lamia città, sarebbe il paese di Civitacampomarano in Molise.

foto | Gloria Viggiani

La spinta deve essere nata, durante gli anni del liceo artistico e poi all’ Accademia, come reazione ad un insegnamento troppo lontano dalla mia idea di arte.

Ho sempre pensato che tutto ciò che produciamo in ogni sua forma, sia digitale che manuale che mentale sia una forma d’arte. Per questo ti chiedo se nelle tue opere ha influito più la tua formazione (quindi la logica) o i tuoi sentimenti e la loro voglia di emergere ?

Nasce dal desiderio di creare in arte viva capace di trasformare gli angoli delle città in luoghi più umani. Parla di sentimenti universali, racconta piccole storie private nello spazio pubblico.

La spinta deve essere nata, durante gli anni del liceo artistico e poi all’ Accademia, come reazione ad un insegnamento troppo lontano dalla mia idea di arte. Lungo la strada sono state le persone forse prima di me, a capire quello che stavo facendo e a spingermi ad andare avanti.

Ultimamente la street art sta tornando alle origini, non dico al muralismo post Rivoluzione Messicana ma sicuramente più distante da quel graffitismo statunitense che spopolava negli anni settanta. Pensi sia così o è solo un fuoco di paglia ?

Intendi per le dimensioni sempre più imponenti delle opere? O perché i grandi dipinti commissionati non sono ‘spontanei’ come quando si chiamavano graffiti e non streetart? Il fenomeno è esploso tanti anni fa e oggi ci sono sempre più festival, gallerie, aste dedicate. Sicuramente per la prima volta nella storia gli artisti in tutto il mondo stanno dipingendo le più grandi opere pittoriche mia viste.


Le tue donne sono meravigliose perché straordinariamente normali e multietniche, spesso guardandole mi sono chiesto a cosa ti ispiri e se dietro ad un murales c’è istinto creativo od un pensiero ragionato ?

Descrivo le donne che incontro, sognatrici, vere, forti , indipendenti, sicure di se, bambine curiose, impertinenti, creative. sentimenti che raramente vediamo rappresentate nelle nostre città dove invece abbondano ad esempio le pubblicità in cui la donna è rappresentata piuttosto come un involucro. Ma nel momento di dipingere è la forma del muro, la sua storia e il suo contesto a suggerirmi un determinato soggetto o l’uso di un colore in maniera istintiva. A volte le cose possono cambiare in corso d’opera. In strada non si sa mai cosa può succedere e infondo un muro non è una tela.

Negli ultimi anni c’è sicuramente più interesse verso questo tipo di arte per questo la moda prima e qualche multinazionale dopo hanno iniziato ad interessarsene per alcune campagne. Paradosso o il segno del tempo che cambia ?

La storia che si ripete. Finito il momento di rottura ogni avanguardia viene inglobata nel mercato. Comunque vada questo movimento ha lasciato un segno.

Noi nel nostro piccolo da sette anni cerchiamo di raccontare l’Italia soprattutto attraverso i piccoli borghi spesso abbandonati per questo quando ho saputo del Festival di Civita ho iniziato a seguire con attenzione i tuoi lavori, come ti è venuta l’idea e, soprattutto, come hanno reagito gli abitanti del posto ?

Il festival nasce da una coincidenza. sei anni fa ho ricevuto un’e-mail da una ragazza che mi scriveva da un borgo semi disabitato del Molise. Mi invitava ad andare a dipingere a Civitacampomarano, non sapeva che quello era il paese di mio nonno. Così sono tornata lì, per la prima volta da quando ero piccola. Ho trovato un paese che stava scomparendo. Assieme ai pochi giovani, agli anziani, grazie al sindaco e a tutta la comunità, abbiamo dato vita ad un festival, giunto alla quinta edizione, nel tentativo di resistere. Cvta streetfest e’ stato ogni anno un successo, attenzione da parte della stampa e di tutti media, un pubblico sempre crescente, artisti di fama internazionale ma sopratutto ha portate nuove energie, idee e speranze per il Molise che resiste.

In un ipotetico viaggio nel tempo chi andresti a trovare ?

Molti erano a San Francisco durante la Summer of love nel 1967

Ultima curiosità, il colore del tuo taccuino è sempre lo stesso o lo cambi ?!?

Nero carta per acquerello. Ne ho riempiti moltissimi durante questi anni. Una volta l’ho comprato Rosso, non ha funzionato.

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Crossroads, a glimpse into the life of Alice Pasquini, la prima antologia dei lavori di Alicè, è uscito a dicembre 2019 (DRAGO Publishing).

Alice Pasquini (Roma 1980) in arte Alicè è un’artista contemporanea le cui opere sono esposte sulle superfici urbane, nelle gallerie e nei musei di centinaia di città in tutto il mondo.

Street artist, illustratrice e scenografa italiana, ha conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, completando il percorso di studi in Spagna con un Master of Arts in critica d’arte all’Università Complutense (2004) e un corso di animazione presso l’Ars Animation School di Madrid.

Artista poliedrica, ha sperimentato diverse tecniche, generi e medium espressivi. È tra le poche esponenti femminili affermate a livello internazionale tra i protagonisti del movimento street art.

In strada i suoi lavori spaziano dai piccoli interventi su arredi urbani, ai murales di grandi dimensioni.

La sua ricerca varia dalla narrazione della vitalità femminile, lontana dallo stereotipo donna-oggetto, alle installazioni con l’uso di materiali inconsueti. I suoi lavori sono visibili in varie città dove è stata chiamata a realizzare opere pubbliche di committenza statale, tra cui: Sydney, Mosca, Singapore, Amsterdam, Londra, Berlino, Oslo, New York, Buenos Aires, Yogyakarta, Barcellona, Copenhagen, Marrakech, Saigon, Roma e Napoli.

 

È stata recensita da quotidiani come il International New York Times, Wall Street Journal, La Vanguardia, Euromaxx, Panorama, Internazionale, Repubblica e Il Messaggero e ospitata dalla Rai, Sky Arte e Arte tv per numerose interviste e servizi dedicati. Nel 2017 ha partecipato al Tedx Talks.

Nel 2013 ha realizzato un ciclo per i Musei Capitolini di Roma e ha collaborato con l’Istituto Italiano di Cultura di Singapore, con l’Istituto di Cultura di Montevideo, con l’Istituto di Cultura di São Paulo, e il museo italiano dell’emigrazione di Melbourne.

 

Fra i suoi progetti spicca Under Layers il primo esperimento di street art in 3D realizzato a Ostia (Rm) nel 2015 collaborando con il Comune di Roma.
Dal 2015 Alice è coinvolta nella riscoperta e valorizzazione del centro antico di Civitacampomarano e come direttrice artistica del CVTà Street Fest dal 2016.

Ha esposto al Saatchi Gallery, all’Ambasciata Americana di Roma, al MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma, Mutuo Centro de Arte Barcellona, all’Espace Pierre Cardin. E’ inserita nell’Enciclopedia Treccani online Treccani Enciclopedia Italiana.

 

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